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La durezza dell’acqua: requisiti per la salubrità e per l’utilizzo tecnologico
La durezza dell’acqua: requisiti per la salubrità e per l’utilizzo tecnologico

L’Importanza dell’Acqua e la Gestione della sua Durezza negli Impianti

L’acqua è l’elemento più abbondante sulla superficie del nostro pianeta e svolge un ruolo cruciale per la vita di tutti gli organismi. Oltre all’uso per il consumo umano, l’acqua è fondamentale anche in ambito tecnologico e industriale, dove è essenziale garantirne la salubrità e le caratteristiche chimiche ottimali per vari impieghi.

Grazie alla sua capacità di dissolvere diverse sostanze, l’acqua può trasportare con sé una vasta gamma di minerali e particelle. Ogni acqua in natura ha una composizione unica di sostanze disciolte, che determina l’eventuale necessità di trattamenti specifici per renderla adatta a determinati scopi.

La Durezza dell’Acqua: Cosa Significa e Quali Sono le Sue Implicazioni

La durezza dell’acqua indica la concentrazione di ioni di Calcio (Ca²⁺) e Magnesio (Mg²⁺), derivante dai sali disciolti nell’acqua. I sali di durezza includono solfati (SO₄²⁻), cloruri (Cl⁻), nitrati (NO₃⁻), carbonati (CO₃²⁻) e idrogenocarbonati (HCO₃⁻). Alcuni di questi sali, in particolare i carbonati, tendono a precipitare quando l’acqua viene riscaldata o evapora, causando la formazione di depositi di calcare.

Esistono tre tipi di durezza:

  1. Durezza Totale: È la somma della durezza temporanea e permanente, misurata come contenuto totale di calcio e magnesio. Si esprime in gradi francesi (°F) o tedeschi (°T).
  2. Durezza Temporanea: Causata da sali solubili come il bicarbonato di calcio (Ca(HCO₃)₂), che possono trasformarsi in composti insolubili (come il CaCO₃) quando l’acqua è riscaldata, portando alla formazione di incrostazioni.
  3. Durezza Permanente: Dovuta a sali che non si decompongono per riscaldamento, come cloruri e solfati.

La durezza dell’acqua si misura in gradi francesi (°F) e tedeschi (°T), dove 1°F equivale a 10 mg/l di CaCO₃ e 1°T corrisponde a 10 mg/l di CaO.

Classificazione della Durezza (°F)

  • Molto dolce: 0-8 °F
  • Dolce: 8-15 °F
  • Poco dura: 15-20 °F
  • Mediamente dura: 20-32 °F
  • Dura: 32-50 °F
  • Durissima: >50 °F

Effetti della Durezza dell’Acqua su Salute e Impianti

Dal punto di vista sanitario, la durezza dell’acqua potabile non costituisce generalmente un rischio per la salute. Il D.Lgs. 31/2001 stabilisce un intervallo di durezza consigliato tra 15 e 50 °F per l’acqua potabile, in modo da garantire la qualità senza effetti negativi sugli utenti. Il Ministero della Salute ha specificato che il mancato rispetto di questi valori non rappresenta una non conformità vera e propria, ma va valutato caso per caso per emettere un giudizio di idoneità.

Dal punto di vista tecnologico, la durezza dell’acqua rappresenta una sfida per la manutenzione degli impianti idrotermosanitari. L’elevata durezza può portare alla formazione di calcare che:

  • Riduce la sezione delle tubazioni, aumentando la pressione e riducendo l’efficienza.
  • Limita lo scambio termico, con uno strato di 1 mm di calcare che può ridurre l’efficienza dell’impianto fino al 10%.
  • Facilita la proliferazione batterica, che può creare problemi di igiene negli impianti.

Gli scambiatori termici, in particolare, sono soggetti a incrostazioni non uniformi che creano variazioni termiche, causando stress al metallo e riducendo la durata complessiva dell’impianto. La presenza di calcare aumenta anche la frequenza delle riparazioni e la necessità di sostituzione dei componenti.

Normative e Trattamenti per la Durezza dell’Acqua negli Impianti

Per regolamentare l’uso dell’acqua negli impianti termoidrosanitari, sono stati stabiliti diversi obblighi per l’installazione di sistemi di trattamento. Di seguito riportiamo una tabella semplificata sui requisiti di trattamento dell’acqua:

Installati dopo Servizio Potenza (kW) Durezza (°f) Tipo trattamento Base Normativa
15/09/1993 Clim. Inv. Pn > 350 ≥15 °f Filtro di sicurezza, Addolcitore art. 5, c. 6, DPR 412/1993
25/06/2009 Clim. Inv. Pn < 100 ≥25 °f Condizionamento chimico art. 4, c. 14, DPR 59/2009
01/10/2015 Clim. Inv. o ACS TUTTI TUTTI Condizionamento chimico DM 26/06/2015

Nota: “Condizionamento chimico” include trattamenti per prevenire la formazione di incrostazioni, proteggere l’impianto dal gelo e limitare lo sviluppo biologico.

La scelta del condizionante chimico dipende dalle caratteristiche dell’acqua e dai materiali degli impianti. La norma di riferimento UNI 8065:1989 stabilisce i parametri per il trattamento dell’acqua negli impianti idrotermosanitari, con aggiornamenti previsti a breve.

Trattamento dell’Acqua per Impianti di Climatizzazione

Non esiste attualmente una norma vincolante che imponga il trattamento dell’acqua per gli impianti di climatizzazione estiva. La norma UNI 8884, che specificava i requisiti per il trattamento dell’acqua nei sistemi di raffreddamento e umidificazione, è stata ritirata, ma indicazioni simili potrebbero essere integrate nella futura norma UNI 8675.

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